Un’idea dell’India

Alberto Moravia | 1962 | Un’idea dell’India

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Il volume raccoglie in ordine cronologico una serie di articoli scritti all’epoca del viaggio con la moglie Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini e pubblicati sul Corriere della Sera. Ogni articolo appare salvo alcuni sprazzi di liricità come una fredda cronaca, senza un filo conduttore: l’<<idea>> dell’India è tutta racchiusa in un’introduzione che vale da sola l’intero libro, dove vengono contrapposte l’Europa e l’India e l’influenza della religione.
Perchè l’India “dovresti sentirla, laggiù, a oriente, al di là del Mediterraneo, dell’Asia minore, dell’Arabia, della Persia, dell’Afghanistan, laggiù tra il Mare Arabico e l’Oceano Indiano, che c’è e ti aspetta. Mi aspetta per che fare? Per non fare nulla.”
Tra le pagine affiora la consapevolezza di un luogo dove la vivacità dei bambini “durerà poco, come in questo paese senza stagioni dura poco la frescura e la purezza ingannevole del mattino”. Trova spazio la delusione per “nomi orientali che sulla carta geografica gli avevano fatto sperare chissà quali immagini esotiche, stanno invece a indicare città nelle quali, salvo alcuni monumenti molto noti, ma non eccezionali, tutto è molto simile, così che averne vista una vuol dire averle viste tutte.”
Le influenze del colonialismo vengono rapportate alla diversa concezione del Tempo e definite come “un sapore, un profumo, una sfumatura aggiunta dalla Storia ad una natura inalterabile. Un giorno l’India riassorbirà queste leggere orme europee come la sabbia riassorbe le pedate del viandante e tutto tornerà ad essere come era sempre stato.”

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