La strada

Luc Vidal | 1972 | La strada. Il mio diario di hippy

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Francia, 1969. Il protagonista si mette all’inseguimento di un gruppo di amici, in una straordinaria avventura dalla Turchia al Nepal, attraverso il Khyber Pass laddove “la strada serpeggia sottile sui fianchi degli scoscendimenti”.
Li raggiungerà a Delhi dove all’<<Indian Coffee House>> fa la scoperta che passano le loro giornate alla ricerca della dose: “attendono tutti il prossimo shut, che farà loro dimenticare che devono attendere il seguente e via di questo passo”.
Un cammino fisico e spirituale in cui non smette di farsi domande riflettendo che “la vita è un assurdo… in Occidente alienato, in Oriente affamato, in qualsiasi parte drogato… Eppure, ci deve essere qualcos’altro…”
Lo cerca a Kathmandu salendo alla collina dello stupa di Boudha dove “Le quattro paia d’occhi di Budda, rivolte ai quattro punti cardinali, continuano a sorvegliarmi in qualunque posto mi sposti, quasi domandandosi che cosa vengo a fare qui.”
La sua ricerca continua fino alle pendici dell’Himalaya: “L’infinito, ecco che cosa siamo venuti a cercare su queste montagne, quest’infinito che sentiamo farsi vicino a noi nella stessa misura in cui intorno a noi si fa la solitudine.”
Troverà in sé stesso e nella riscoperta della fede religiosa le risposte cercate lungo il cammino, arrivando ad affermare che “la mia strada, ormai non è più una strada: è la Vita!”

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