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Charles Duchaussois | 1972 | Flash.
Katmandu il grande viaggio

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Forse lo avete letto come la storia di un junkie e della sua discesa agli inferi.
Vale la pena (ri)leggerlo come la storia di un hippie e del suo grande viaggio, da Istanbul a Kathmandu attraverso Libano, Afghanistan e India.
Viene mostrato il lato oscuro degli hippie: Kathmandu è un supermarket della droga, dove alcuni hippie si spingono oltre, fino all’autodistruzione alle pendici dell’Himalaya. Spassoso l’episodio storico della colossale imbucata alla festa all’ambasciata francese, che segnerà però il cambiamento di strategia da parte del governo nepalese e della sua tolleranza verso gli hippie e le droghe dando il via ad una stagione di espulsioni ed incarcerazioni.
“Arriviamo a Katmandu verso le quattro o cinque del pomeriggio. È il 4 luglio 1969. Esattamente fra sei mesi meno sei giorni, sarò sull’aereo che decollerà per Parigi. Mezzo morto. Ma ora, mentre salto giù dall’autocarro, sono solido, fiducioso, con tutti i sensi in perfetta efficienza. Mi trovo in una città asiatica piatta, non molto grande, di poco diversa dalle altre, che come le altre brulica di gente e ha dappertutto cupole e templi. Ma qualcosa di diverso c’è: l’aria è straordinariamente leggera. È normale, Katmandu è a 1000 metri d’altitudine, e in lontananza si vedono le cime innevate dell’Himalaya.”

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